QUANDO LA SINERGIA PORTA AL CAMBIAMENTO – PRIMA PARTE

Il magazine Sistema Serramento dedica uno speciale a TWT. Questa prima parte, pubblicata sul numero 27 di marzo 2020, è dedicata all’intervista di Filippo Pellitteri, Presidente e AD dell’azienda.

Il 30 gennaio abbiamo visitato l’azienda TWT di Rovereto, in provincia di Trento, e posto al Presidente Filippo Pellitteri alcune domande in merito al percorso fatto a partire dal 2016, anno in cui è nata questa importante realtà italiana nella produzione di utensili per la lavorazione di finestre in legno e legno-alluminio.

L’incontro con il team dell’azienda si è svolto in tre diversi momenti che proponiamo in altrettante parti anche nei numeri successivi di Sistema Serramento: il tavolo di lavoro del mattino incentrato sulle risposte del Presidente di TWT, un secondo tavolo tecnico il pomeriggio e la visita al reparto produttivo.

L’insieme di questi momenti illustra con chiarezza i progetti di TWT che prenderanno forma nel corso dell’anno che si è appena aperto, quando ci incontriamo [N.d.R.], e la visione d’insieme proiettata verso una forte specializzazione nella produzione di utensili per la lavorazione di finestre in legno e legno-alluminio.

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Il tavolo di lavoro del mattino si raccoglie intorno al Presidente di TWT Filippo Pellitteri, il New Business Developer Nicola Pedrotti, l’agenzia di comunicazione di TWT rappresentata da Mauro Zamberlan consulente partner di StudioCentro Marketing, l’editore di Web and Magazine Pietro Ferrari, oltre alla sottoscritta che si trova a condurre l’incontro piacevolmente stupita da un presidente giovanile e grintoso che ha già preparato e distribuito ai presenti tutte le risposte alle domande preventivamente richieste, consentendo così a noi tutti di compiere “just in time” un passo ulteriore per approfondire la strategia di un gruppo che oggi si connota come la principale realtà a livello nazionale.

Filippo Pellitteri precisa, sin dal suo esordio riguardo la sua carica attualmente duplice di amministratore e di presidente, sicuramente un ruolo importante e pieno di responsabilità, che i traguardi non si raggiungono da soli: si deve avere al proprio fianco una squadra, questo per lui è l’aspetto più importante perché i valori delle persone sono i valori dell’azienda.

E cominciamo proprio parlando di persone che sono state una parte fondamentale di questa storia! Mario Baldo, a causa del suo recente pensionamento, ha passato il testimone di Amministratore Delegato di TWT al Presidente Filippo Pellitteri. Dal 2016 a oggi, cosa ha trasferito Rekord a TWT? Quali i traguardi più importanti che hanno favorito la crescita di TWT?

«Modi e abitudini diversi di affrontare le tematiche ci hanno permesso di confrontarci e migliorare, unire i due differenti know-how e le molteplici esperienze, perché è chiaro che ci sono dei metodi diversi per arrivare “a fare goal”. Risulta sempre un grande insegnamento guardare cosa fa il mio concorrente, così come dall’altra parte vedere cosa facciamo noi, aprirsi a questi know-how dall’interno ha permesso di unire le due cose e renderci più forti.

I traguardi più importanti riguardano i risultati ottenuti e la possibilità di offrire dei prodotti tecnologicamente più performanti e aumentare i servizi alla nostra clientela. Questo è il risultato che volevamo dare, e a quasi un lustro dalla nascita di TWT ci sembra anche il modo migliore per portare ancora un saluto a Mario Baldo che ha condiviso con noi questo esordio positivo».

Mario Baldo affidando a Filippo Pellitteri la carica di Amministratore delegato, assunta pro tempore, lo ha definito “un manager di grande spessore dal punto di vista umano e professionale”. Chiediamo a Filippo Pellitteri, il volto più autorevole di TWT, come inizi la sua storia nel settore e cosa comporti ricoprire un ruolo di prestigio come il suo? Il nuovo assetto societario, oltre a prevedere lui in veste di Presidente, come sarà strutturato in merito ai ruoli assunti al suo interno?

«L’aspetto più importante che vorrei sottolineare, come ho già anticipato in apertura, è che i traguardi non si raggiungono da soli, ma con una squadra consapevole e motivata. I responsabili dei vari ambiti strategici dell’azienda sono persone direttamente interessate in qualità di soci TWT: la divisione commerciale è di pertinenza di Thomas Zuani, l’ufficio tecnico di Massimiliano Zuani, il back office di Silvia Galvagni e la produzione di Alberto Zuani, quindi a ogni sfera fa capo un rappresentante di questa società direttamente coinvolto in quanto contitolare dell’impresa.

Riguardo la mia storia, è ormai lunga: ho iniziato a lavorare con Zuani quando avevo 20 anni, ho cominciato come semplice rappresentante e dopo, man mano, sono diventato responsabile di zona, successivamente direttore commerciale e infine presidente».

TWT è il frutto di una sinergia di tre storiche realtà imprenditoriali trentine: Zuani, Rekord e Garniga, nata da una nuova idea di impresa che custodisce, condivide e valorizza l’esperienza e il know-how delle singole aziende, assieme ai valori che le hanno contraddistinte. Un’unione che ha puntato al mercato internazionale come primo obiettivo? E come si esplica la nuova idea di impresa?

«Il primo obiettivo è stato quello di consolidare i mercati già conosciuti da noi per non perdere il fatturato: perché il rischio, unendo due aziende, è di poter perdere parte del fatturato in quanto la gente non si sa più orientare. Quindi consolidare quello che avevamo, questo è stato il primo e più importante traguardo per noi.

Con la nostra unione siamo andati a riempiere i punti vuoti che singolarmente avevamo, Zuani era forte in Germania mentre Rekord era molto presente in Francia, insieme siamo entrati “a gamba tesa” nel settore serramento e oggi possiamo confrontarci con altre aziende europee che sono più grosse per il ventaglio di settori che abbracciano, ma noi siamo forti della nostra specializzazione “serramentistica”, con una flessibilità di disegni e una fornitura di servizi diversi che escono da quello che è l’utensile standard ed è qui che facciamo la differenza!

«Comunque, la mentalità tedesca in questo senso insegna! C’è una cosa che l’italiano non ha – aggiunge Mauro Zamberlan –, invece è necessaria perché per fare una società bisogna usare il “noi”, non essere individualisti, ci sono tante piccole aziende che si sentono superiori a tutti, ci vuole un po’ di umiltà e capire dove si è posizionati rispetto al mercato globale».

«Pensiamo a come è nato il gruppo Omag in Germania – interviene anche Pietro Ferrari, un veterano del mercato teutonico –, erano tutte aziende con una fortissima personalità, tutte aziende che avevano il nome del fondatore, eppure sono state brave a mettere insieme queste realtà diverse e farle convivere: oggi il gruppo Homag è Homag e basta».

Realizzare una nuova identità però non è per niente banale – riprende Filippo Pellitteri – e porta con sé una maturazione generale del modo stesso di intendere il lavoro. Infatti, la nuova idea di impresa si esplica riuscendo a dare al mercato un prodotto altamente tecnologico, aggiungendo dei servizi che aiutino il cliente a realizzare il proprio progetto e rendendolo consapevole dei costi di esercizio – sembra un concetto breve così espresso a parole ma non è stato per niente semplice realizzare questo passaggio –.

L’immagine che vorremmo trasmettere dell’attività è di un’impresa che vuole condividere sempre di più le esigenze del nostro cliente. Quel servizio che una volta si dava sotto forma “di amicizia”, quasi come “regalo” – in effetti, si tratta di una competenza specifica ed è importante affermare che la nostra qualità ha un costo – adesso lo abbiamo strutturato, perciò riusciamo a fornirlo effettivamente con precisione e rigore, ma lo facciamo pagare, e questo abbiamo constatato che è un vantaggio per il cliente, riconosciuto in termini di serietà e di identità dell’azienda stessa.

Specialmente in Italia è presente una forte esigenza di ricerca di sviluppo del nuovo prodotto, pertanto dobbiamo essere legati al progetto del cliente e non solo all’utensile, che diventa una conseguenza, perché in questo contesto effettivamente il servizio assume il peso più rilevante. Bisogna però stare attenti, va bene inventare però bisogna fare le prove, è necessario che ci sia un progetto, perché gli italiani con la creatività “volano”, ma le idee poi devono essere realizzabili e affidabili. In questo il serramentista tedesco insegna!

Comunque, uniamo le rispettive capacità e facciamo delle prove, creiamo delle concretezze perché noi, in definitiva, dobbiamo caricarci delle problematiche dei clienti, mettere a fuoco le varie situazioni e risolverle».

Scarica l’intervista in formato Pdf

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